
Tra le tante possibilità di investimento offerte attualmente dai mercati, ci sono anche le materie prime, ovvero tutti quei materiali e prodotti i quali vengono utilizzati al fine di fabbricare e produrre altre tipologie di beni.
Attualmente rappresentano senza dubbio uno tra i principali strumenti finanziari di investimento e sono quindi oggetto dell’attenzione di molti investitori, i quali vedono nel petrolio, nell’oro e negli altri metalli preziose una preziosa possibilità di guadagno.
La scelta di investire nelle commodities, il termine usato sui mercati per indicare le materie prime, è sempre stata considerata una delle più proficue alternative al più tradizionale investimento in azioni o sul mercato forex, una convinzione che deriva dal fatto che un simile tipo di investimento si caratterizza per il vantaggio della conservazione del valore nel corso del tempo.
Le materie prime più negoziate in assoluto sono innanzitutto l’oro e il petrolio. In particolare, il primo è considerato da sempre un bene rifugio, ovvero uno di quegli investimenti cui è necessario ricorrere quando i mercati azionari e la situazione economica passano momenti non proprio brillanti. Questo perché il suo valore cresce in maniera considerevole proprio nei momenti di crisi, rimanendo invece stabile in quelli calma o di crescita. Se moltissimi investitori preferiscono puntare sull’oro per questa sua caratteristica, un numero non proprio marginale di essi non lo considerano un vero e proprio investimento, ma una sorta di protezione del proprio capitale. Altra caratteristica di questa materia prima è che rappresenta l’unica la quale consente di scegliere tra l’investimento con contratti finanziari oppure l’acquisto reale di oro fisico che dovrà poi essere conservato.
Per quanto riguarda invece il petrolio, altra materia prima su cui si concentrano le attenzioni degli investitori, raggiunge un volume di scambi realmente impressionante e questa caratteristica è dovuta in particolare al fatto che una buona parte delle transazioni vengono effettuate da speculatori, intenzionati a trarre profitto dalle crisi geopolitiche che possono renderne complicato l’approvvigionamento. Basterebbe vedere come le crisi in Libia e nel Medio Oriente abbiano provocato grossi scostamenti nel prezzo di questa materia prima, per capire come il suo valore dipenda moltissimo da fattori di politica internazionale. Attualmente, la spiccata tendenza al ribasso del prezzo del petrolio costituisce un vero e proprio invito per gli investitori che mirano ad ottenere grandi profitti speculando sulla continua discesa del suo prezzo.
Se oro e petrolio sono strumenti tradizionali di investimento, c’è un’altra materia prima che negli ultimi anni è riuscita a farsi largo calamitando il consenso degli investitori, ovvero l’argento. Se però qualche anno fa proprio l’appoggio sempre più evidente dei piccoli investitori lo aveva fatto crescere molto, negli ultimi anni l’argento si è deprezzato in maniera molto evidente, tanto che attualmente si trova intorno alla metà dei valori più alti raggiunti nel passato, stesso andamento di un’altra commodity come il rame.
Rimane comunque il fatto che oro ed argento siano ancora oggi considerati uno degli investimenti più vantaggiosi tra quelli attualmente disponibili, un parere confortato dal fatto che nel lungo periodo hanno molte probabilità di generare dei buoni profitti, pur dovendo magari scontare qualche perdita nel breve termine.
Come investire in materie prime
Per chi intenda investire in materie prime, va sottolineato che farlo oggi è in fondo molto semplice. L’investimento, infatti, non comporta l’acquisto diretto del bene, ma la sua negoziazione mediante i contratti futures sui mercati più conosciuti, a partire dal New York Mercantile Exchange Chicago Board of Trade ed il London Metal Exchange.
C’è poi la possibilità rappresentata dall’investimento nelle materie prime tramite i contratti CFD disponibili sulle piattaforme dei broker online, i quali offrono l’opportunità di acquistare o vendere qualunque tipologia di prodotto standosene comodamente nella propria casa. In questo caso è sufficiente avere un personal computer ed una connessione internet. Il vantaggio di negoziare in CFD consiste soprattutto nel poter guadagnare sia quando il valore della commodity aumenta che quando diminuisce, ovvero anticipando la formazione di un trend, proprio sfruttando al meglio le notizie di cui si ha disponibilità.
Fondi di investimento materie prime
Una soluzione alternativa per investire sulle materie prime è poi la sottoscrizione di fondi che investono in commodities. A differenza dell’investimento diretto con una piattaforma, in questo caso occorre mettere in conto di dover pagare commissioni anche piuttosto elevate e quindi ridurre il margine di guadagno. Per quanto concerne poi i ritorni, essi vanno a dipendere dall’abilità del gestore e soprattutto dalla sua possibilità di andare anche al ribasso sui mercati. Va infatti sottolineato che con una piattaforma CFD è possibile scegliere di andare al rialzo oppure al ribasso e quindi guadagnare sia quando i prezzi sono in salita che quando scendono. Ragioni di tipo normativo impediscono invece la seconda opzione per i fondi di investimento, per ovvi motivi. Proprio questa limitazione operativa, in effetti, è stata nel corso degli anni una delle principali ragioni per le quali le prestazioni dei fondi di investimenti in materie prime, negli ultimi anni, sono state abbastanza deludenti.
In definitiva, l’unico vero vantaggio di investire in materie prime utilizzando i fondi commodity consiste nel fatto che non occorre molto tempo e non è richiesta la presenza in prima persona, come avviene invece nel caso si decida di investire con una piattaforma CFD.
Gli ETF materie prime globali
Quello che è stato sinora detto per i fondi comuni di investimento che investono sulle commodities può peraltro essere esteso agli ETF sulle materie prime globali. Come è noto nel corso degli ultimi anni gli ETF si sono diffusi moltissimo, alla stregua di una vera e propria moda. Il loro vantaggio nei confronti dei fondi di investimento sono il livello sensibilmente più basso delle commissioni applicate, ma presentano lo stesso problema: sono in grado di generare profitti quando i prezzi delle materie prime si trovano in fase ascendente, ma anche perdite quando invece scendono. Trattandosi di strumenti a gestione passiva, neanche l’abilità del gestore dell’ETF può salvare il risparmiatore dalle perdite nel caso di discesa dei prezzi dell’asset scelto.