
I mercati finanziari sono volatili per definizione. Se una affermazione di questo genere può sembrare a prima vista abbastanza inutile, occorre sapere che all’atto pratico non lo è. Perché la volatilità dei mercati è proprio quella che quando si presenta lascia un gran numero di vittime sul campo, in particolare i tanti piccoli risparmiatori che non hanno gli strumenti tecnici e la sufficiente preparazione per poter far fronte ad un fenomeno che assomiglia pericolosamente a uno dei tornados che periodicamente vanno a devastare il continente americano.
Prima di andare avanti, conviene quindi cercare di dare una definizione di volatilità in grado di essere compresa anche da chi sia alle prime armi nel campo del trading. In senso pratico, chi parla di volatilità si riferisce in maniera del tutto specifica alle grandi variazioni dei prezzi che possono avvenire in archi temporali estremamente ridotti, soprattutto se rapportati a variazioni e tempi che caratterizzano storicamente un prezzo.
Possiamo però dire la stessa cosa, usando altre parole, ovvero ricordando che se siamo abituati a oscillazioni di un titolo sul lungo periodo e le sue variazioni non vanno a superare i valori di minimo e massimo da noi conosciuti, siamo in presenza dell’andamento regolare del titolo, ma ove in tempi decisamente più brevi le sue oscillazioni vadano a superare i massimi e i minimi, siamo in presenza di volatilità.
Fatta questa precisazione, non resta che andare a vedere se la volatilità sia una cosa buona o cattiva e, soprattutto, se possa essere messa sotto controllo sino a ridurla ad un possibile strumento per il proprio commercio.
Bisogna preoccuparsi della volatilità?
Sicuramente occorre preoccuparsi della volatilità. Si tratta di una sorta di regola aurea cui non possono sottrarsi neanche i traders più avveduti ed esperti, in quanto essa rappresenta una fonte di rischio nei mercati finanziari. I periodi di volatilità dei mercati sono in effetti per molti investitori un motivo di forte preoccupazione. A spargerla come una sorta di contagio è in particolare il rischio di perdere quello che si è capitalizzato sino a quel momento sino ad avere avere serie ripercussioni sul proprio patrimonio ove non si abbia avuto l’accortezza di stendere un cordone sanitario intorno ad esso. In momenti di forte sommovimento dei mercati, può infatti accadere che il capitale investito possa essere polverizzato in pochi giorni, o addirittura in poche ore. Un andamento di questo genere può aver luogo soprattutto nel caso dei traders alle prime armi, i quali solitamente reagiscono in maniera convulsa e disordinata all’ipotesi di un repentino ribasso. Lo spavento che ne consegue può infatti sfociare nella tentazione di uscire dal mercato in attesa che esso torni ad assumere il suo regolare andamento. Se si opta per questa ipotesi, però, è molto facile che essi vadano ad abbandonare le loro posizioni proprio nel momento in cui i loro titoli abbiano perso gran parte del loro valore, annullando al contempo i profitti ottenuti fino a quel momento.
In pratica, la prima reazione dei traders meno esperti è la messa in discussione della strategia di investimento sino a quel momento adottata e ritenuta efficace. Si tratta però nella stragrande maggioranza dei casi di un errore esiziale e tale da poter cagionare perdite molto elevate.
Da cosa dipende la volatilità dei mercati
Da cosa ripende la volatilità dei mercati? Non esiste una sola risposta ad una domanda simile. Secondo alcuni addetti ai lavori la volatilità dei mercati, soprattutto quando è caratterizzata da fluttuazioni molto ampie e da un trading di ampie proporzioni, sarebbe il risultato (o il sintomo) di uno squilibrio derivante dal fatto che gli ordini commerciali verrebbero aperti in una sola direzione. In pratica se tutti acquistano e nessuno vende viene a formarsi una situazione di squilibrio che può essere interrotta all’improvviso con esiti impetuosi.
Secondo altri teorici del mercato la volatilità potrebbe essere causata dalla diffusione di indicatori o eventi economici, soprattutto ove essi abbiano una direzione contraria a quella preventivata, anche in questo caso andando a generare una corrente di pensiero improvvisa che può trasformarsi in tensione dei mercati.
Infine va sottolineata la teoria secondo la quale la volatilità non sia altro che il pratico risultato delle operazioni messe in atto dai day traders, dai venditori allo scoperto e dagli investitori istituzionali, proprio con lo scopo di provocare subbuglio e profittare dell’errata risposta degli investitori meno accorti.
Che si ritenga valida l’una o l’altra teoria, ognuna di esse va comunque a suggerire che siano proprio le azioni e le reazioni degli investitori, influenzate da fattori di natura psicologica ed emotiva, a determinare la volatilità di un titolo o di un mercato.
Inoltre proprio da quanto detto sinora si può comprendere come un qualsiasi evento, sia esso di carattere politico, economico o sociale, può sensibilmente influenzare il mercato e, nei casi estremi, portare infine ad uno stravolgimento di quanto era stato preventivato sino a quel momento, anche dagli esperti.
Come fare per affrontare la volatilità del mercato?
Altra domanda molto importante: si possono prevedere i periodi di forte volatilità? Soltanto parzialmente. Il punto di partenza è che sappiamo come eventi significativi possano conseguire effetti di larga portata sul mercato, quindi dovremmo attenderci volatilità in concomitanza di essi. Per affrontare al meglio questi punti di rottura, la strategia migliore da attuare consiste nell’essere costantemente informati e conoscere l’andamento storico di un titolo, magari approfittando dei servizi offerti dalle agenzie specializzate in questo settore. Allo stesso tempo è però molto difficile sapere quali potranno essere gli effettivi sviluppi, ovvero le reazioni da parte degli investitori di fronte a determinati segnali.
Altra cosa che occorre tenere a mente, quando si presenti volatilità è che si tratta di un fenomeno inevitabile, ovvero che prima o poi avrà luogo: quando accadrà non bisogna farsi trovare impreparati e, soprattutto, occorre tenere i nervi sotto controllo ed evitare il panico, che affretterebbe la possibile rovina. Proprio per loro stessa natura i mercati tendono ad oscillare nel breve termine e prevederne l’andamento è molto difficile, sia per gli investitori esperti che, a maggior ragione, per quelli alle prime armi. Farsi atterrire dal panico non è esattamente una risposta funzionale alla risoluzione di una crisi.
Un secondo accorgimento che occorre tenere presente consiste nel mantenere una visione di lungo periodo e cercare, per quanto possibile, di ignorare le fluttuazioni che possono avvenire nel breve. Tradotto in soldoni, vuol dire che occorre rimanere nel mercato con i propri investimenti e non correre dietro alle fluttuazioni a breve termine, in quanto a gioco lungo le cose tendono a ristabilirsi, anche per effetto del cosiddetto effetto rimbalzo, ovvero all’assestamento che inevitabilmente il mercato opera dopo bruschi movimenti. Una volta che la bufera sia passata, il titolo tende a riallinearsi al proprio andamento storico, attutendo al massimo gli effetti di quanto accaduto, a meno che non ci si sia fatti vincere dallo stress, inseguendo alla cieca ogni variazione di prezzo.
La volatilità può rappresentare una reale opportunità
I traders più esperti sanno benissimo come i migliori affari si fanno proprio nei periodi di incertezza, sfruttando le magagne di quelli meno preparati. Proprio per questo seguono una serie di strategie, che rispondono anche alla consapevolezza che, in definitiva, i mercati sono guidati dai fondamentali societari.
Se quindi si decide di investire in una società dotata di un bilancio forte e capace di collezionare guadagni consistenti, si sa in partenza che le fluttuazioni a breve termine non ne andranno ad influenzare in maniera significativa il valore a lungo termine. Ne consegue che proprio i periodi di volatilità rappresentano un momento ideale e una ghiotta opportunità per acquistare azioni di società che possono continuare a produrre buoni risultati nel lungo termine.
In alternativa si può continuare a investire sulle società che sono in grado di garantire buone prestazioni a lungo termine di cui già si detengano azioni, senza spostare l’asse strategico del proprio investimento o sposare avventure che potrebbero infine non dare i risultati desiderati.