
Come è noto, il mercato azionario presenta molte opportunità, ma anche molti rischi. A correre questi ultimi sono soprattutto i piccoli risparmiatori, quelli che vengono sovente indicati in maniera sprezzante come il parco buoi, per evidenti ragioni.
A esporre questa categoria di risparmiatori a veri e propri bagni di sangue è in particolare la mancanza di notizie che sono invece costantemente visionate dai grandi investitori e la carenza di fondamentali i quali possono aiutare non poco a capire quando sia il momento giusto di acquistare e quale invece di vendere le proprie azioni.
Le ripetute tensioni che si sono registrate in Borsa nel corso degli ultimi anni, sono la pratica testimonianza di quanto detto sinora e alcuni dati possono confermare l’assunto. Il primo dato che ci può soccorrere in questo senso è quello di Saipem, il cui titolo ha lasciato sul terreno nel periodo compreso tra gennaio e maggio del 2017 il 35,40%. Ciò vuol dire che se un piccolo investitore avesse deciso di acquistare questo titolo all’inizio dell’anno, a metà dello stesso si sarebbe trovato a dover scontare la perdita di un terzo del proprio investimento nel caso avesse deciso di rivendere le azioni.
Proprio questo è il motivo per il quale molti decidono infine di investire sugli indici di Borsa e non sulla singola azione, sapendo che la diversificazione dell’investimento può infine permettere di contenere le perdite di un titolo, grazie ai guadagni degli altri. Andiamo dunque a vedere più da vicino cosa siano gli indici azionari.
Cos’è un indice di Borsa?
La prima domanda che ci dobbiamo porre in questo caso, è la seguente: cos’è precisamente un indice di Borsa? Con questa espressione si intende un paniere di azioni tra loro omogenee che, proprio per questo motivo va a riflettere, in misura proporzionale, il peso di ciascuna azione. Tradotto in maniera ancora più accurata, tutto ciò sta a significare che sull’economia complessiva di un indice di Borsa, i titoli a più alta capitalizzazione godono di un peso maggiore rispetto a quelli che presentano una minore capitalizzazione.
Per quanto riguarda la tipologia di indici azionari, essi sono essenzialmente tre:
1) gli indici value weighted, i quali sono anche i più diffusi in assoluto. Il motivo del loro gradimento sta soprattutto nel fatto di consentire una rappresentazione che si avvicina molto alla realtà della composizione dell’indice stesso. Il criterio base che ispira il funzionamento di questi indici è in fondo estremamente semplice: ogni titolo ha un peso proporzionale alla capitalizzazione della società emittente stessa. Stante il fatto che la capitalizzazione può variare a seguito di eventi come i frazionamenti azionari, anche il peso del titolo sull’indice value weighted può cambiare in maniera sensibile;
2) gli indici equally weighted, che partono da un presupposto diametralmente opposto ai precedenti, In questo caso, infatti, l’indice non tiene conto della capitalizzazione delle varie società che lo compongono, ma si fonda sul criterio dell’uguaglianza, per cui tutti i titoli vantano lo stesso peso;
3) gli indici price weighted, in cui ogni titolo ha un suo peso specifico a seconda di quello che è il suo prezzo. Si tratta di un indice di Borsa ancora poco diffuso in quanto non riesce a fornire una rappresentazione attendibile della varie società quotate che ne fanno parte.
Perché investire sugli indici di Borsa?
Altra domanda che ci si dovrebbe porre prima di procedere ad un investimento di questo genere, è la seguente: perché investire sugli indici di Borsa e non sulle azioni? La risposta può essere data prendendo in prestito dati macroeconomici, ad esempio prendendo come base il caso dell’Italia. Se si ritiene ad esempio che il nostro Paese sia ormai pronto per dare vita ad una decisa ripresa ed agganciarsi finalmente al dato generale del continente, la risposta non si dovrebbe tradurre nell’acquisto di singole azioni, ma nel puntare sull’indice FTSE MIB, ovvero sul complesso delle aziende italiane più importanti, le quali dovrebbero sicuramente avvantaggiarsi di una crescita del Sistema Paese.
Se però l’investimento sugli indici di Borsa può attenuare notevolmente il fattore rischio legato alla singola azione, nel secondo caso va ricordato che i rendimenti possono essere molto più corposi. Non è raro il caso di un titolo che riesca a raddoppiare il suo valore nell’arco di un semestre, mentre è impossibile trovare indici azionari in grado di mettere a segno performance di questo genere nello stesso arco temporale.
Si può investire sugli indici online
Una volta compreso il meccanismo di fondo che regola gli indici di Borsa, non resta che ricordare che anche i piccoli investitori possono puntare su di essi, operando online, ovvero affidandosi ad uno dei broker che ne permettono la negoziazione. Lo si può fare in due modi:
1) con il trading CFD, il quale vede l’utente operare direttamente da casa senza interventi di consulenti, avendo cura di orientare il proprio investimento sulla base dei dati macroeconomici e dell’analisi tecnica;
2) con le opzioni binarie sugli indici azionari, metodo che consente di trarre profitto dal semplice aumento o diminuzione del valore dell’asset su cui si è aperta una posizione, in un dato periodo.
Prima di farlo, in un caso o nell’altro, sarebbe comunque il caso di mettersi alla prova con un buon conto demo, in modo da riuscire a comprendere meglio la complessità del mercato e testare le proprie strategie in modalità simulata, senza quindi rischiare di perdere il proprio investimento. Una norma di prudenza che può in effetti dare i suoi frutti soprattutto nel caso di traders alle prime armi.